Il libro...

La biografia di Pino De Maio è scritta da un narratore dalla penna fine, che ha realizzato un libro a metà tra il romanzo e la biografia in senso stretto. Lo scugnizzo rivive, così, attraverso queste belle pagine, dall'infanzia povera, trascorsa in un ambiente a forte devianza giovanile, fino al successo che lo ha consacrato tra i più apprezzati interpreti della canzone napoletana. Non a caso al libro è accluso anche un CD con la canzone premiata all'ultimo Festival di Napoli. Per l'ex scugnizzo, considerato "l'ultimo menestrello della canzone napoletana", è una bella rivincita sulle proprie origini e un incentivo per tanti ragazzi nati come lui.

...il Disco...

L'attesissimo nuovo lavoro discografico di Pino De Maio contiene nove brani inediti, tra cui il brano premiato secondo al Festival di Napoli 2002, e nove brani estratti da "Uè Guagliù"

 Alla Feltrinelli
abbiamo incontrato
"Lo Scugnizzo fuori dal branco"


Nei giorni scorsi Pino De Maio ha presentato, presso la libreria La Feltrinelli di Piazza Dei Martiri, il libro "Lo Scugnizzo fuori dal branco", realizzato dal giornalista Pietro Gargano, ed allegato al nuovo disco.

D-Pino De Maio è lo scugnizzo fuori dal branco, lontano da ogni logica di potere seguendo sempre l'arte ed il proprio essere.
R-Quando da bambino assistevo in qualche cinema alle proiezioni dei werstern, io non esultavo mai all'arrivo dei cosidetti "nostri", ma preferivo schierarmi sempre dall'altra parte. Questo episodio ha fatto si che Pietro Gargano coniasse il termine che ha poi dato il titolo al libro.

D-Qual è il futuro della canzone napoletana che al momento sembra un po iconizzata?
R-Al momento non vedo per essa un futuro promettente e felice. Questo perchè il mercato discografico investe esclusivamente sulla melodia straniera. Infatti tanti cantanti, durante il proprio percorso artistico, dimenticano la tradizione dalla quale sono partiti senza alcuna pietà. Bisogna dare atto, invece, a Massimo Ranieri di aver riproposto questo grande patrimonio secondo un proprio punto di vista. Comunque, da quando Pino Daniele ha realizzato quel fantastico album "Terra Mia", vi è un vuoto assoluto.

D-Cosa ti spinge verso Raffaele Viviani al quale hai dedicato anche un disco?
R-Mi sento vicino a Viviani perchè lui esprime un'arte semplice ed immediata che può essere toccata con le mani. Lui ha dipinto i personaggi della strada, di cui era parte integrante, senza pietismo che non amava assolutamente.

D-Cosa bisogna fare veramente per le periferie?
R-Prevenire stando vicino ai ragazzi ed offrendo loro tanti punti di riferimento come lo sport, l'arte, la musica ed il teatro. Inoltre, aprire le scuole al territorio affinchè diventino dei centri di aggregazione anche per le ore pomeridiane.

D-Ci parli della tua associazione "La Villanella"?
R-Alcuni progetti riguardano le scuole come il premio di poesia o laboratori musicali su la canzone napoletana. Poi, invece, ci sono i due appuntamenti di ferragosto e natale, quando, insieme ad altri artisti, cerco di portare spensieratezza ed armonia a coloro che soffrono con momenti musicali nei dormitori, nelle carceri, in istituti di igiene mentale e negli ospedali.

Pietro Nardiello